Migliorare frequentando il club

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È un privilegio per uno scacchista poter frequentare un club.
Giocare in un club significa migliorare, a condizione di seguire
alcuni semplici consigli. Utilizzate soprattutto le partite
amichevoli per provare, sperimentare e ripetere i concetti
appresi. Come affermava Max Euwe, ex campione del mondo: “Non
trattenetevi dal giocare le vostre idee per semplice paura di
perdere. Non si imparerà mai a giocare se non si prova mai
nulla.” Non temete la sconfitta. Sono le partite perse quelle
che insegnano di più a giocare.
Giocando continuamente
con nuovi avversari, vi troverete di fronte a approcci diversi e
sarete spinti a sviluppare le vostre idee e il vostro stile
personale. Con il tempo, capirete che esistono veri e propri
'stili' di gioco: Capablanca brillava per il suo approccio
solido e posizionale, Tal era un maestro della combinazione e
dell'attacco, Fischer si distingueva per precisione e metodo,
mentre Karpov eccelleva nella strategia e nella difesa. Ognuno
valorizza al meglio le proprie qualità
Il risultato di una
partita non è mai scontato. Un giocatore geniale e distratto può
soccombere contro uno solido e attento. Un giocatore più esperto
può soccombere contro la grinta e la volontà di non cedere.
Emergeranno sicuramente le storture e gli errori di fondo che
non avete mai corretto perché mai avete saputo di avere.
Convincetevi fin d'ora che occorrerà correggere alcune vostre
errate convinzioni. Non migliora lo scacchista che, davanti
all'evidenza delle analisi sulla scacchiera, rifiuta di
ammettere i propri errori.
Se possibile, scrivete
le mosse sempre, perché la parte più importante della partita al
circolo è l'analisi del dopo-partita assieme all'avversario.
Questa fase consiste nel rifare la partita e analizzare le mosse
giocate e non giocate; consiste nella discussione e nel
confronto delle idee sottintese. Gli scacchisti che si alzano
dal tavolo subito dopo la partita, giocano solo per perdere
tempo. Non miglioreranno mai.
Non ringalluzzitevi né
vantatevi di una vittoria, specialmente col vostro avversario.
Ricordate che una partita è vinta da "colui che commette il
penultimo errore" (Tartakower) e che quindi, anche se avete
vinto, è in realtà l'avversario a non avere castigato i vostri
strafalcioni. Date invece soddisfazione al vostro avversario
spiegandogli quelli che a voi sono apparsi errori; fatevi dire
quali, secondo lui, sono stati i vostri. Avrete molte sorprese.
Approfittate tutte le volte che potete per coinvolgere in queste
discussioni i giocatori più esperti di voi e sollecitatene i
commenti.
E quindi, il consiglio
più importante: NON PARLATE MAI, NELLA MANIERA PIÙ ASSOLUTA,
GUARDANDO GLI ALTRI GIOCARE. Osservate pure quanto volete; se
avete qualche idea, proposta o osservazione intervenite invece
dopo la partita. Osservate di preferenza le partite dei
giocatori più bravi di voi, ed ascoltatene attentamente i
commenti del dopo partita. Se non capite, non abbiate vergogna a
chiedere. Anch'essi sono stati "esordienti".
Per evitare spiacevoli
situazioni ed allenarvi alla pratica di torneo giocate sempre
con l'orologio. Privilegiate il gioco con cadenza di almeno 15
minuti di tempo a persona per tutta la partita, pian piano
dovrete però abituarvi a cadenze sempre più lunghe. Per i primi
tempi non indulgete in partite "lampo", perché diseducative:
esse spingono i giocatori inesperti alla superficialità.
All'inizio delle partite di torneo siate più prudenti. Ricorrete
a schemi di apertura che abbiate già giocato in amichevole. Non
siate smaniosi di muovere.
Ricordatevi comunque
sempre che gli scacchi sono un gioco e che uno dei due giocatori
dovrà perdere; accettate la sconfitta con sportività e senza
recriminazioni. Che essa sia di sprone al miglioramento.
L'analisi del dopo-partita è ancora più fruttuosa, in questo
tipo di partite. Conservate tutte le vostre partite datate e
numerate in una cartellina. Ancora meglio sarà se le ricopierete
su un quadernone o le riverserete su computer, coi vostri
commenti. Questo lavoro vi sarà molto utile in futuro, per
conoscere meglio i vostri punti deboli, lavorare su di essi e
verificare i vostri miglioramenti.
Migliaia di scacchisti
sanno che non diventeranno mai dei maestri e che è inevitabile
incontrare, nei tornei, quelli che li batteranno; ciononostante
continuano ad impegnarsi per passione di questo nobile gioco.
Fate lo stesso.

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